#3 FONDO PENSIONE PER CHI E’ PROSSIMO ALL’ “ETA’ PENSIONABILE”
di Roberto Ferracin | pubblicato il 21 novembre 2020
Marco, 62 anni.
Un buon lavoro
Un reddito lordo di oltre 70.000 euro anno, assoggettato quindi all’aliquota IRPEF 41%
Per quanto ne sappiamo oggi, 5 anni alla pensione
Non ha mai pensato ad una posizione di previdenza complementare
Qualche risparmio da parte. Più volte ha pensato a qualche forma sicura di investimento, ma col passare degli anni i possibili rendimenti degli asset da lui ritenuti sicuri sono scesi costantemente (e drasticamente), tanto da fargli pensare “non ne vale la pena”
Non ha tutti i torti … oggi un titolo di stato con scadenza 5 anni rende il 0,01% al netto delle imposte.
Hai letto bene … 0,01%.
Pensando Marco di investire una cifra vicina ai 25.000 euro …. il guadagno in 5 anni sarebbe di 12,5 euro circa complessivi. E Marco non ha neppure pensato al fatto che ogni anno dovrebbe pagare lo 0,20% di imposta di bollo … e magari sostenere una minima spesa per l’acquisto dei titoli. Un affarone.
In questo contesto, il FONDO PENSIONE può rappresentare una forma di investimento da prendere in considerazione
Marco potrebbe infatti versare ogni anno, per ciascuno dei 5 anni che lo separano dal raggiungimento dei 67 anni, 5.164 euro nel suo FONDO PENSIONE, preesistente o appositamente aperto.
L’attuale normativa prevede che fino al limite di 5.164,57 euro per anno, quanto versato nel FONDO PENSIONE, può essere portato in deduzione.
Questo significa che, essendo il suo reddito assoggettato all’aliquota del 41%, Marco eviterebbe di versare alle casse dello stato (5.164 x 41%) 2.117 euro. Quindi, tornando ai titoli di stato, un’alternativa all’acquisto di (5.164 – 2.117) 3.047 euro di titoli di Stato …. è quella di versare 5.164 euro nel proprio FONDO PENSIONE, sottraendo di fatto le stesse risorse al bilancio famigliare.
Dopo 5 anni quale la situazione ? I versamenti complessivi nel FONDO PENSIONE ammonterebbero a 25.820 euro, e le imposte risparmiate 10.585 euro.
Al raggiungimento dell’età pensionabile (ad oggi, i suoi 67 anni) Marco potrebbe decidere di ritirare tutto il suo capitale (oppure trasformarlo in rendita).
In ogni caso, sulle somme erogate e delle quali Marco beneficerà, sarà applicata una ritenuta del 15%.
Allora, dirai, le somme destinate al FONDO PENSIONE non sono ’esentasse’ !
Non proprio … MA la differenza tra il 41% NON pagato negli anni precedenti (quelli della fase di ‘contribuzione’) e il 15% pagato al momento dell’erogazione rappresenta un risparmio … che può essere letto come un ‘guadagno’ … un ‘buon rendimento’.
Il 15% applicato ai 25.820 euro versati si traduce in una tassazione pari a 3.873 euro (in luogo dei 10.585 euro che Marco avrebbe versato con l’applicazione dell’aliquota 41%).
Marco ha quindi risparmiato (10.585 – 3.873) 6.712 euro in 5 anni.
Puoi metterli in relazione ai 25.000 euro lordi, ai 14.750 euro netti … puoi tenere in considerazione che i versamenti nel FONDO PENSIONE avvengono in modo progressivo …. la certezza è che Marco, grazie ad una scelta più oculata, potrà disporre dopo 5 anni di 6.712 euro netti in più da spendere o da regalare ai suoi cari
Senza dimenticare che se il FONDO PENSIONE fosse aperto con congruo anticipo la tassazione al 15% potrebbe ridursi fino al 9%
I dati esposti nell’esempio prevedono un FONDO PENSIONE a rendimento zero e non considerano eventuali spese di gestione del FONDO PENSIONE. Sono disponibili soluzioni a rischio davvero limitato, se non con la garanzia del capitale, e le spese possono risultare assolutamente non determinanti.
In rete si trovano articoli mirabolanti, che facendo leva su un argomento al quale si è spesso sensibili (i costi), demonizzano i FONDI PENSIONE, così come le polizze vita, le polizze finanziarie, i fondi di investimento
Non bisogna farsi trarre in inganno, non bisogna cadere nella trappola del generalizzare, ogni specifico caso merita una attenta valutazione.
Parlando di un FONDO PENSIONE ci sono soluzioni che prevedono spese pari a 60 euro una tantum per l’accensione, 20 euro all’anno di gestione. In base alla connotazione più o meno aggressiva, occorre poi aggiungere una commissione di gestione legata ai fondi interni che va dal 0,85% al 1,5% annuale.
Un fondo che costa 1,5% all’anno produce però un rendimento nel tempo (non garantito ma oggettivamente prevedibile), che nel caso del FONDO PENSIONE va ad aggiungersi al risparmio fiscale.
Ve ne porto uno quale esempio :
dal 30/09/2002 al 31/01/2020 questo ‘fondo interno’ azionario (che può essere utilizzato nell’ambito del FONDO PENSIONE) ha avuto una performance del 100%. Ha in pratica raddoppiato il capitale investito in poco più di 17 anni. Ha reso circa un 5.88% all’anno, al NETTO della ‘famigerata’ commissione del 1,5%
Un FONDO PENSIONE non è necessariamente una soluzione che nasce per arricchire banche e compagnie assicuratrici.
Quanto fin qui detto vale per il lavoratore dipendente e per il libero professionista, vale per le fasce di reddito più alte e per le fasce di reddito inferiori.