#23 Donne e Longevità: Quando la Pianificazione è (davvero) al Femminile

Esattamente un anno fa, il 14 maggio 2024, ho avuto il piacere di organizzare e condurre un evento a Torino dal titolo "LONGEVITA' E PIANIFICAZIONE : sostantivi femminili".

In quell'occasione, abbiamo portato all'attenzione un tema tanto delicato quanto urgente: l'impatto della longevità femminile sulla pianificazione patrimoniale e previdenziale. Oggi, a distanza di dodici mesi, quei contenuti si rivelano straordinariamente lungimiranti, alla luce di quanto emerso nel recente Salone del Risparmio 2025, dove proprio la longevità e l'empowerment economico delle donne sono stati tra i temi centrali (insieme a quello della #Previdenza, altro argomento a me assai caro).



Longevità femminile: una realtà che non possiamo più ignorare

Secondo i dati ISTAT CENSIMENTO-E-DINAMICA-DELLA-POPOLAZIONE-2023.pdf, nel 2023 in Italia le donne over 65 erano quasi 8 milioni, contro poco più di 6 milioni di uomini. Ma il divario non è solo numerico:

  • Le donne vivono in media più a lungo degli uomini.

  • Tendono a sposare partner leggermente più anziani.

  • Si ritrovano, quindi, più frequentemente a vivere gli ultimi anni da sole.

Eppure, proprio queste fasi della vita sono spesso le meno tutelate sotto il profilo finanziario. In molte situazioni, le donne anziane si ritrovano con un patrimonio ridotto, una pensione insufficiente, e una scarsa consapevolezza delle proprie risorse.


Un sistema che non le ha mai davvero incluse

Il sistema previdenziale italiano (come molti altri in Europa) è stato storicamente pensato su un modello maschile: carriera lineare, pochi o nessun periodo di interruzione, e pensionamento dopo 40 anni di lavoro continuativo. Ma la realtà delle donne è ben diversa:

  • Carriere discontinue, spesso interrotte per maternità o caregiving.

  • Maggiore incidenza del lavoro part-time involontario.

  • Un gender pay gap che si riflette inevitabilmente anche sulla pensione.

Queste differenze strutturali generano un gap patrimoniale che in Italia può superare i 300.000 euro nell'arco di una carriera. Una donna lavoratrice full-time, che interrompa la propria carriera anche solo per 7 anni per assistere figli e genitori, rischia di arrivare alla pensione con risorse drasticamente inferiori rispetto a un collega uomo.


Il rischio della solitudine patrimoniale

La maggiore longevità femminile comporta un rischio aggiuntivo: la solitudine patrimoniale. Una donna su dieci vive in coppia dopo i 75 anni, contro sette uomini su dieci. Questo significa che, nella vecchiaia, molte donne si ritrovano a gestire da sole le proprie finanze, spesso senza una preparazione adeguata.

Il 70% delle vedove americane cambia consulente finanziario entro un anno dalla perdita del coniuge. Il dato, seppur riferito agli Stati Uniti, trova analogie significative anche nel nostro Paese:

  • Scarsa personalizzazione nella consulenza finanziaria

  • Proposte non coerenti con i progetti di vita

  • Bassa fiducia nel sistema


Una nuova consapevolezza: il "longevity planning"

Durante l'evento dello scorso anno abbiamo introdotto il concetto di longevity planning: un approccio integrato che va oltre la mera previdenza complementare. Pianificare la longevità significa:

  1. Blindare il patrimonio presente e futuro.

  2. Mappare i rischi specifici (salute, solitudine, imprevisti, crisi geopolitiche).

  3. Disegnare una strategia personalizzata di gestione del rischio e di valorizzazione delle risorse.

Questo tipo di pianificazione non riguarda solo il denaro, ma include:

  • Patrimonio fisico: salute, casa, stile di vita.

  • Patrimonio umano: competenze, rete relazionale, senso di scopo.

  • Patrimonio sociale: legami affettivi, amicizie, prevenzione dell'isolamento.

  • Patrimonio finanziario: redditi, risparmi, investimenti, assicurazioni.


Le donne investitrici: tra prudenza e visione di lungo periodo

Diverse ricerche (UBS, AIPB, Candriam) confermano che le donne, quando investono, lo fanno con uno sguardo più prudente ma anche più orientato al lungo termine. Alcuni dati interessanti:

  • Solo il 4% delle donne preferisce tenere la liquidità ferma sul conto (contro l'8% degli uomini).

  • Il 50% delle donne investe puntando alla sicurezza, senza rinunciare alla redditività.

  • Una donna su due preferisce investire in economia reale o in progetti con impatto ESG.

Questi dati sfatano il mito che le donne siano "meno portate" per la finanza. Al contrario, mostrano una predisposizione naturale a investire in modo responsabile, strategico e coerente con i propri valori.


Un mercato in evoluzione: la ricchezza femminile

Le donne, oggi, detengono circa il 40% della ricchezza globale. Entro il 2030, secondo McKinsey, controllaranno il 60% del patrimonio privato a livello mondiale, grazie a:

  • Lavoro e carriera

  • Divorzi e successioni

  • Imprenditoria femminile

In Italia, le donne gestiscono il 35% del risparmio nel Private Banking, ma si stima che arriveranno a rappresentarne il 50% entro il 2050. Questo non solo cambia la composizione della clientela, ma impone anche un cambio culturale nella consulenza:

  • Maggiore empatia

  • Maggiore ascolto

  • Progetti di vita al centro, non solo prodotti


Educazione finanziaria: una leva cruciale

Un aspetto ancora troppo sottovalutato è l'importanza dell'educazione finanziaria. Secondo una ricerca della Banca d'Italia, solo il 30% delle donne italiane si considera adeguatamente preparato in materia di finanza personale.

Promuovere iniziative di formazione e sensibilizzazione è fondamentale per:

  • Rafforzare l'autonomia

  • Prendere decisioni consapevoli

  • Ridurre la dipendenza economica

L'educazione finanziaria deve partire dalle scuole, ma coinvolgere anche adulti, professionisti, famiglie. Non è mai troppo tardi per imparare a gestire il proprio futuro.


Il ruolo della consulenza finanziaria evoluta

In questo contesto, il ruolo del consulente finanziario assume una nuova dimensione. Non è (più) solo un distributore di prodotti, ma un compagno di viaggio verso l'autonomia e la sicurezza finanziaria. Un consulente moderno deve:

  • Saper ascoltare

  • Conoscere i gap di genere

  • Offrire soluzioni personalizzate

  • Essere preparato anche su aspetti non puramente finanziari (cura, salute, successione, relazioni)

Il valore aggiunto non sta solo nella performance di un portafoglio, ma nella tranquillità e nella fiducia che si riesce a costruire nel tempo.


Conclusioni: anticipare il cambiamento, non inseguirlo

L'evento che abbiamo organizzato nel 2024 ha anticipato temi oggi più che mai al centro del dibattito. Vedere questi argomenti finalmente affrontati anche in contesti di rilevanza nazionale come il #SdR2025 è motivo di grande soddisfazione. Ma è anche la conferma che occorre FARE, o fare di più.

Il futuro è già qui, e ha il volto della longevità femminile. Sta a noi accompagnarlo con strumenti concreti, visione strategica e – soprattutto – ASCOLTO.

Perché la longevità, se ben pianificata, può diventare il tempo più ricco della vita.


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Roberto Ferracin

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